
Da tempo si sta parlando sulla plastic tax, ma dopo le ultime proposte, purtroppo i dubbi sono che si celino nuove tasse. Salvaguardare l'ambiente è sacrosanto, ridurre iva e tasse sui prodotti eco-sostenibili un dovere. Ma si storce il naso quando con il pretesto ecologico, paiano invece volersi introdurre solo nuove tasse.
Abbiamo la cosiddetta “plastic tax”. Bene, chi è contrario viene guardato con sospetto per propri secondi fini mercantili. Non solo, ma in giro, su tutti i media, non mancano mai amministratori locali, col contorno talvolta anche di doverose iniziative di scuole di ogni ordine e grado, che si ripromettono e impegnano sul “plastic free” (e dagli con l’inglese…).
In questo contorno abbiamo anche blasonate compagnie aeree che si lanciano sul mercato perché dicono che non useranno più la plastica nel servizio di bordo… detto da loro, tra i maggiori inquinatori che stimolano la giovane ambientalista svedese Greta Thunberg, ad andare da un continente all’altro in barca… ci vuole un coraggio… ma gli stomaci del marketing pare siano molto forti. Quale sarà il risultato della nostra “plastic tax”?
Questo si chiedono molti addetti ai lavori, e cioè se alla fine la giustificazione verde, visto come già le aziende lamentino aumenti dei costi, alla fine non ricada sulle tasche dei consumatori che non percepiranno alcuna intenzione ecologica in questo provvedimento.
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